Nell’entroterra sud-est dell’Albania vi consiglio assolutamente di visitare Berat, un paese che sembra saltare fuori da un’altra epoca. Ed in effetti è così e non a caso Berat fa parte del patrimonio UNESCO per la sua unicità.
Tutt’altro che sconosciuta al mondo, conserva tuttavia ancora la sua intimità e il suo fascino fuori dal tempo, ancora estraneo ai circuiti ‘di massa’, dalla calca e dal turismo organizzato.
Berat è una delle città più antiche dell’Albania e sorge sulle sponde del fiume Osum. La sua bellezza deriva soprattutto dalla bravura con cui sono stati conservati i suoi edifici di epoca ottomana. Tante piccole finestre che si affacciano regolari sul fiume.
La cosa che mi ha colpito innanzitutto di Berat è stata la gentilezza delle persone che abbiamo incontrato, che ci hanno accolto col sorriso e con tanta generosità. Un posto accogliente come pochi direi.
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Visitare Berat: cosa vedere?
La primissima cosa da fare a Berat è passeggiare: attraversate il fiume utilizzando i suoi ponti e fotografate i suoi 2 quartieri: su una sponda Mangalem, dall’altro Gorica.
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1. Il quariere Gorica
La nostra esplorazione parte da Gorica, anticamente era il quartiere cristiano di Berat. Attualmente il meno sviluppato tra i 2 quartieri è sicuramente il più tranquillo – ci sono molti lavori di ristrutturazione delle antiche case in corso e sicuramente negli anni diventerà sempre più bello e curato.
Il monumento più importante di Gorica è la chiesa di San Spiridione che si trova all’interno di un piccolo giardino profumato. Poco lontana c’è anche un’altra chiesetta, che però non siamo riusciti a visitare per gli orari molto ristretti di apertura.
2. Il ponte Gorica – cosa vedere a Berat
Il ponte più famoso della città è sicuramente il ponte Gorica.
Attualmente costruito in pietra, ma originariamente in legno, nasconde una macabra leggenda secondo la quale per placare l’ira del fiume, che spesso distruggeva il ponte, una giovane fanciulla veniva incarcerata in un compartimento chiuso del ponte e lasciata morire di fame. Il suo sacrificio, narra la leggenda, avrebbe calmato il fiume.
A seguito poi dell’ennesima distruzione (evidentemente le fanciulle della leggenda erano state sacrificate invano), il ponte fu infine costruito in pietra e si compone ad oggi di 7 archi di pietra.
3. Visitare Berat: Il quariere Mangalem
Attraversato uno dei ponti della città si raggiunge il quartiere Mangalem, storicamente il quartiere islamico dove spicca la Moschea degli Scapoli.
La moschea è quasi sempre chiusa, ma si possono apprezzare le decorazioni pittoriche esterne.
Un’altra importante moschea (più antica di quella degli scapoli) è la moschea del Re che si trova nei pressi dell’inizio della salita verso la cittadella.
Mangalem è decisamente più animata di Gorica ed ospita la maggior parte dei ristoranti, bar e negozi.
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4. La cittadella
Ed ora veniamo alla parte difficile della passeggiata: salire alla Cittadella (Kala).
Questa zona rappresenta un quartiere a se – tra le mura della cittadella sono racchiuse abitazioni, qualche negozio, diverse chiese, un museo oltre a qualche posto per rifocillarvi delle fatiche della salita.
Non fate come noi: affrontate la salita col fresco della prima mattina o del tardo pomeriggio, non alle 12:00 di un giorno di agosto e per giunta con un bambino di quasi 20kg che decide che non vuole camminare.
Alternativamente, se proprio non ve la sentite, è anche possibile salire in auto, ma non credo sia facile trovare parcheggio in cima.
Il panorama dall’alto vi ripagherà (forse in parte) delle fatiche della salita – se poi ci aggiungete anche una bella birra fresca nel baretto all’ingresso della cittadella direi che potrete ritenervi soddisfatti dell’impresa.
Non perdetevi la chiesa di San Teodoro con i suoi affreschi, oltre alla chiesa della Dormizione della Vergine con l’annesso museo Onufri.
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5. Bulevardi Republika
Via pedonale e fulcro moderno della città, Bulevardi Republika è la via del passeggio di Berat in cui le famiglie si fermano a chiacchierare tra loro e i bambini mangiano pannocchie di mais cotte dai venditori ambulanti.
Se volete sentirvi parte integrante della città è qui che potete fare due passi gustando un gelato o sedendovi su una delle panchine ad osservare la gente.
Piccola curiosità: al termine della Bulevardi Republika potrete vedere una costruzione molto peculiare: l’Hotel Colombo – la Capitol Hill dell’Albania. Vi prometto che ne resterete impressionati: così esagerato da essere ai limiti del trash, visto il contesto in cui si trova.
Dove alloggiare a Berat- paesi da inserire in un itinerario in Albania
Se qualcuno mi chiedesse consigli su dove alloggiare a Berat, consiglierei senza dubbi l’Hotel Demaj. Accolti dal padre del proprietario, un vecchietto col sorriso che non parlava ne italiano ne inglese, ma si faceva capire benissimo: ha preso per mano mio figlio e ci ha condotto nella nostra stanza nella deliziosa costruzione ottomana.
Una bella camera con una parete interna di roccia e balcone in legno affacciato sul fiume.
L’accoglienza davvero senza pari (oltre al prezzo difficilmente battibile 70 euro per 2 notti) della famiglia e la colazione, fin troppo abbondante.
Dove mangiare a Berat
Di posti in cui mangiare a Berat c’è solo l’imbarazzo della scelta. Io ve ne consiglio 3 nei quali ci siamo trovati bene.
- Eni – nel quartiere Gorica, a pochi passi dal ponte di pietra.
- A pochi passi dal ristorante Eni, lungo la medesima strada abbiamo mangiato in un localino improvvisato (su google maps non ve n’è traccia) che in un giardino serviva birra fresca e carne grigliata. Se esiste ancora ve lo consiglio assolutamente – prezzi bassissimi e piatti semplici ma buonissimi! (non offrono molte opzioni vegetariane)
- Temi – nel cuore della cittadella, sicuramente turistico per la posizione, ma i prezzi sono onesti e la qualità dei piatti (sia vegetariani che non) davvero ottima.
Berat mi è rimasta nel cuore – siamo stati accolti con affetto e sorrisi e abbiamo avuto l’onore di conoscere un luogo davvero unico al mondo. Assolutamente da non perdere!
Davvero una bella scoperta Berat, e dire che non l’avevo mai sentita nominare. Peccato per la leggenda del fiume però.. chissà perché toccava sempre alle fanciulle sacrificarsi!?
E speriamo sia una leggenda falsa infatti…. chissà